Call me by your name

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Ci ho messo un po’ a decidere se fosse il caso o meno di scrivere riguardo questo film. Il motivo è semplice: non mi è piaciuto. All’inizio era indifferenza ma a distanza di 3 giorni mi rendo conto che è di più. Sento quindi la necessità di smontarla un po’, questa pellicola che sta ricevendo nominations su nominations e di cui si parla molto più di altri che, secondo me, meriterebbero di essere al suo posto.

Premetto che quanto segue è del tutto personale, non c’è nulla di definitivo o assoluto nel cinema quindi non abbiatene a male se qualcuno non trova un capolavoro qualcosa che invece voi ritenete tale.

Ecco, ciò detto, CMBYN è tutto fuorché un capolavoro. A partire dalla regia, che ora capisco perché non sia stata nominata nè ai Globes nè agli Oscar. Ci sono state diverse perdite di fuoco e non è chiaro se siano involontarie o volute. E nel secondo caso, a posteriori, sarebbe facile per Guadagnino dire che hanno un significato. Ha anche scelto di usare effetti e filtri. Una sola volta. E in accademia ci è sempre stato detto di non far uso di qualcosa UNA sola volta. Perché risulterebbe qualcosa messo lí, tanto per far vedere che “siamo capaci” ed è privo di significato. A cosa mi riferisco? Alle luci speculari che improvvisamente e per un minuto buono illuminano Elio mentre è seduto in giardino dopo cena, in attesa di Oliver. O all’effetto diapositiva in negativo  mentre Elio dorme nella camera d’albergo con Oliver che lo guarda (qui non sono nemmeno sicura che fosse un effetto o un problema della pellicola. E il non essere sicuri è già di per se una sconfitta perché vuol dire che durante il film di cose strane e senza senso ne abbiamo già viste).

E lo dico chiaramente, questo film sa di filmino da studente alle prime armi che vuole dar mostra di sè: tante (troppe) inquadrature della natura, completamente prive di significato se non quello di mostrare le bellezze italiane. E ok, va bene, mostriamole, ma non era il video della pubblicità pagato dalla regione Lombardia. Quindi a che pro inserirne così tante? Il senso di ozio estivo lo si poteva dare mostrando due o tre inquadrature e finirla lí. Risulta quindi ridondante ed inutile.

Passiamo al montaggio: lo stacco sul nero non mi piace. Non mi è piaciuto ne L’Inganno della Coppola, non mi è piaciuto nemmeno qui. Ma, se possibile, qui ancora meno per colpa della musica, tagliata e maltrattata senza riguardo. Viene inserita spesso a sproposito, o così sembra. Ci sono scene che durano un minuto in cui la musica parte, ci si aspetta che stia per succedere qualcosa (solitamente la musica la si mette per dare enfasi a qualcosa che sta succedendo o sta per accadere) e invece niente. Stacco su nero, nudo e crudo, la musica viene troncata e non è successo niente. Manco uno sguardo. Anzi, spesso non ci sono nemmeno attori in scena quando succede, semplicemente inquadrature della natura con la musica classica sparata a tutto volume e poi nulla, taglio. Fine.

Passiamo poi alle note dolenti: performance attoriali e storia. Mi dispiace, ci ho provato davvero ad apprezzarli ma no. Armie Hammer è stato molto più convincente in Operazione U.N.C.L.E. e Timothée Chalamet non è quel genio eccezionale che pensavo avrei visto. La sua “controparte” femminile (parlando di età e candidatura all’Oscar) Saoirse Ronan é infinitamente più convincente di lui. Non c’è nulla di eccezionale nella sua interpretazione. “Ma l’ultima scena?” Mi direte. Beh, sì, bravo ma niente di eccezionale. Aveva la musica dei titoli di coda nelle orecchie mentre giravano la scena e fissava un camino, ci sono attori che si sono messi a piangere in condizioni ben più difficili.

La storia invece è nulla. Se c’è una parola che riesco a collegare a questo sto film è “nulla”. Non ho provato nulla e la storia non è forte abbastanza. Non ho visto questo grande amore di cui molti parlano ma una cotta estiva forse più dettata dalla noia piuttosto che dalla passione per la persona. È il rapporto tra un 17enne alla scoperta della propria sessualità e un universitario che pare piuttosto confuso e annoiato, non ci ho visto nulla di più. Elio è curioso, vuole provare tutto. E questo comprende anche l’essere noncurante per i sentimenti degli altri (ho trovato di cattivo gusto il modo in cui viene trattata Marzia, ad esempio) ma glielo si “perdona” perchè, appunto, è ancora giovane.
Dove sia però la grande passione di cui ho letto rimane per me un mistero. Mi aspettavo un Brokeback Mountain in chiave young adult e con un finale meno drammatico. Invece così non è stato.

Un’occasione persa, un insieme di luoghi comuni sull’Italia che descritta in quel modo da un regista italiano fa ancora più male, un nulla. E nemmeno le belle canzoni di Sufjan Stevens sono riuscite a farmi provare empatia per il protagonista che, ai miei occhi, rimane un ragazzino viziato e molto annoiato. Un peccato.

4 pensieri su “Call me by your name

  1. Questa è la prima recensione negativa che leggo del film di Guadagnino, che io non ho ancora visto. Siano ringraziati gli Dei, c’è qualcuno a cui non è piaciuto! Non mi fido dei film universalmente apprezzati. Detto questo, con le critiche sulla regia e il montaggio mi hai un po’ spaventata, lo ammetto. ^^’

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    • Diciamo che è sempre questione di gusti. C’è a chi piace una regia più lineare e a chi invece i movimenti di macchina caotici trasmettono di più. Stessa cosa per il montaggio, son scelte e son gusti quindi niente paura!
      E si, anche io ho sempre timore quando leggo di film universalmente osannati. Ma ho visto in giro che non sono pochi quelli che non gli darebbero più di ** quindi non è poi così universale!

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